24
Ago

La mia storia è la storia di una persona qualunque. Di una persona normale. Di una persona di periferia.
Nato e cresciuto in una famiglia discreta, con mio padre che lavorava per mantenere 6 figli. Mi sono sempre rimboccato le maniche, lavorato nelle campagne di provincia come acinino, sudato magliettine di cotone come ragazzo di volantinaggio, imbrattato le magliette con vernici e pittura di varia natura nelle lunghe giornate di lavoro come muratore. Ma ho fatto questo sempre senza nessun rimpianto: per me era normale che dovessi fare sacrifici per studiare, laurearmi, raggiungere i miei obiettivi.
Sono stato sempre curioso, questo si. Ho partecipato a pellegrinaggi in giro per il mondo nella mia parrocchia, ho indossato il fischietto e i calzoncini nei campi di periferia, ho frequentato corsi di formazione di ogni tipo, conosciuto tantissime persone.
Ho sempre voluto osare, anche questo è vero. Se non fosse stato così avrei accettato l’offerta di lavoro in una delle più fighe aziende al mondo subito dopo la laurea. Invece rifiutai. Per migliorare il mondo, tutto sommato, bisogna provarci non chiedendo permesso a nessuno.
Ho sempre avuto difficoltà a spiegare qual è il mio lavoro: insegno ai ragazzi matematica negli obblighi formativi, sono esperto in digital marketing, sono imprenditore nel settore dell’innovazione, ho esperienze nella progettazione e nella direzione dell’esecuzione dei contratti. Ma mia nonna non lo sa: lei sa solo che mi dò molto da fare.
Tutto ciò l’ho fatto però sempre non prendendomi troppo sul serio. Per me la vita vera sono i miei valori, la mia famiglia, mia moglie, i miei figli.
Ho iniziato la mia esperienza politica come consigliere di Municipio nel 2019. Non sono una persona che veniva dalla politica, non l’avevo mai fatta, non sono mai stato interessato alla gestione del potere. Questi anni sono stati i più intensi della mia vita: ho incontrato persone straordinarie, affrontato la quotidianità della mia gente, toccato con mano i problemi del territorio, visto con i miei occhi come vivono gli ultimi delle nostre comunità.
Ciò che accomuna tutte le migliaia di storie che ho incrociato in questi anni è un senso di sfiducia e una voglia incredibile di riscatto. Perché noi abitanti di provincia siamo alla costante ricerca dell’altro, abbiamo bisogno di riporre nell’altro la nostra fiducia. Perché siamo cresciuti in famiglie, in comunità che si sono sempre aiutate l’una con l’altra. È la nostra indole quella di cercare conforto in chi ci è vicino.
Si, lo ammetto, ho pianto quando ho letto il mio nome come CANDIDATO nel collegio uninominale di Puglia U05 (Bari, Modugno, Triggiano, Capurso, Noicattaro, Valenzano, Bitritto, Cellamare, Mola di Bari). E non mi vergogno a dirlo. Io sono stato sempre me stesso e sempre lo sarò, con tutti i miei limiti, le mie paure, i miei entusiasmi e i miei valori.
Inizio questa nuova avventura dalla voglia di riscatto mia e della mia comunità. Per me la politica è questo: DIMOSTRARE CHE UNA NUOVA STORIA È POSSIBILE E CHE UN NUOVO RACCONTO PUÒ VENIRE DA COLORO CHE SONO SEMPRE STATI AI MARGINI DELLA SOCIETÀ. Perché a me, a noi, nessuno regala e regalerà mai niente: dobbiamo andarci a prendere tutto con le unghie, ma è proprio questa la nostra forza.
Sarà un mese intenso amici miei.
Una nuova Italia è possibile. ITALIA SUL SERIO. IO CI SONO.

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