I rincari del costo dell’energia dell’ultimo periodo rischiano di far chiudere le imprese, soprattutto nel settore agricolo. Questo è un problema di sistema, oltre che di circostanza. Sebbene sia evidente che la crisi internazionale abbia causato i rincari è altrettanto vero che è mancata negli ultimi anni una vera strategia sulle riserve energetiche. L’investimento della TAP, fortemente osteggiato da tutte le forze politiche, è tra gli interventi più significativi che racchiude l’approccio da utilizzare nel futuro. Bisogna avere il coraggio di andare oltre i populismi che osteggiano la propulsione di visioni nuove e progressiste. Bisogna intervenire immediatamente con misure, anche straordinarie, per garantire l’indipendenza dal gas russo. A tal riguardo è necessario riattivare e potenziare gli impianti per la produzione di gas nazionale, completare la costruzione di rigassificatori galleggianti, rafforzare la strategia sulle rinnovabili e intervenire sui costi delle bollette delle imprese incentivando con garanzie statali la produzione di energia rinnovabile per l’autoconsumo. I dati dicono che la produzione del gas nazionale è diminuita dell’80% dal 2001 a fronte di un fabbisogno che invece è rimasto inalterato. Intervenire è, dunque, d’obbligo. E bisogna farlo ora.