La campagna elettorale si scalda, come l’animo di tutte le forze politiche in campo. Eppure le pagine dei giornali in questo periodo pare ignorino un tema atavico del nostro territorio: la gestione delle Lame. Le Lame costituiscono per la Puglia, e per la provincia barese in particolare, una risorsa incredibile in termini di biodiversità. Lama Balice, Lamasinata, Lama San Giorgio costituiscono solo alcune tra le principali di queste. Caratterizzate purtroppo da episodi costanti di cronaca relativa a incendi o abbandoni di rifiuti, per le lame è mancata in tutti questi anni una strategia chiara per una loro completa valorizzazione. Ben vengano le iniziative dei privati e del terzo settore nell’organizzare iniziative, passeggiate naturalistiche e altri momenti di incontro, ma questo oggi non basta. È, infatti, necessario realizzare e impostare strategie nel medio-lungo periodo per una completa riqualificazione di queste zone. In Italia, ogni anno le aree boschive sottraggono circa 46,2 milioni di tonnellate di CO2 dall’atmosfera (circa il 10% del totale). Una gestione più sostenibile di queste aree garantirebbe un aumento del 30% dell’assorbimento di carbonio. L’Unione Europea ha posto l’obiettivo di “emissioni 0” di gas serra al 2050 e, dunque, bisogna lavorare contestualmente su due fronti: rafforzare i sistemi di produzione di fonti rinnovabili e ottimizzare le modalità per l’assorbimento della CO2. Diventa necessario impostare strategie coraggiose sulle aree boschive, e sulle lame nel nostro caso particolare, contrastando da un lato gli abbandoni di tali aree e dall’altro aumentando i piani di gestione forestale coordinati a livello regionale. Ricordiamo che l’Italia è tra i primi paesi al Mondo per danni causati dal dissesto idrogeologico e che è realistico pensare che nei prossimi anni fenomeni come crisi idrica, surriscaldamento del pianeta, piogge torrenziali continueranno a caratterizzare la nostra quotidianità. Intervenire oggi sulle lame, che hanno come naturale funzione proprio il convogliamento delle acque meteoriche dalla Murgia al mare, non è più un tema legato alla sola valorizzazione del territorio, ma un vero e proprio problema di sicurezza.