La proposta del terzo polo di Italia Viva-Azione-Calenda è una proposta politica che guarda al futuro. Dal nostro punto di vista la politica deve per forza essere partecipata. Siamo stati abituati negli ultimi anni a una politica esclusiva, divisiva, personalistica. Oggi abbiamo bisogno di ritrovare un senso più ampio di comunità che veda il confronto e la discussione come strumento di crescita per un bene ed un interesse superiore. In questi giorni, insieme agli attivisti dei comitati cittadini, siamo nelle piazze, nei parchi, nei mercati per parlare con le persone. Ciò che riscontriamo è principalmente una disaffezione dalla politica: se tante persone non vogliano andare a votare è anche perché non si riconoscono con coloro che siedono nei palazzi del Parlamento. Si è perso il contatto con le persone, la forma ha completamente sostituito la sostanza. Proprio per contrastare questo sentimento negativo abbiamo deciso di vivere questa campagna elettorale in maniera entusiasmante. Siamo certi che la nostra scelta di camminare nelle strada, con la gente e non tra la gente, sia l’arma vincente. Abbiamo privilegiato gli incontri in piazza e le discussioni nei vicoli delle città alle fredde conferenze nelle sale d’albergo e al buio cieco dei comitati elettorali. In questi giorni sono orgoglioso di dire che sto riscoprendo una voglia dei giovanissimi di ritornare protagonisti della scena politica, di riprendersi il futuro. È da loro che dobbiamo ripartire. Tutti ci danno per sconfitti ma questo succede perché si è perso il senso dello straordinario. Noi abbiamo deciso di provarci con tutte le nostre forze e siamo convinti che le previsioni possano essere stravolte. Siamo convinti di ciò perché stiamo convincendo tante persone che non sarebbero andate a votare ad andare a votare e a votare per il terzo polo. Il voto di ciascuno di noi può cambiare le sorti dei pronostici e dei sondaggi: la politica deve ritornare a concentrarsi sui temi, sui contenuti e su proposte credibili. Ci siamo stancati di vedere una politica che fa cadere governi per paura dei sondaggi: noi vogliamo fare politica, vogliamo diventare politici, vogliamo riportare credibilità nella politica. I sondaggi e le statistiche le lasciamo a chi vive una vita grigia, dietro le ansie e le paure da prestazione che fanno morire la passione e allontanano dall’impegno per la ricerca di un bene comune. Noi vogliamo costruire una società sana, basata sui valori, dove le differenze vengano viste come potenzialità, dove tutti debbano avere le stesse condizioni per una autonomia professionale e personale, dove la meritocrazia sia vista come una condizione naturale per la costruzione di un mondo migliore. Mancano 10 giorni e noi siamo convinti che ce la possiamo fare. Noi siamo convinti di poter cambiare e migliorare la nostra società. Ci dicono che solo un miracolo ci può salvare, ma noi viviamo da sempre la nostra vita come se i miracoli possano accadere. Perché abbiamo il coraggio di credere che sia possibile cambiare e migliorare lo stato delle cose, partendo dal lavoro, dalla competenza e dalla serietà. E oggi c’è bisogno di questo coraggio per impostare politiche che riescano a moderare le tensioni internazionali e a ritrovare uno spazio diplomatico di confronto per costruire nuovi presupposti di pace, nell’interesse dei più fragili, dei più vulnerabili e degli emarginati. Questo è ciò che ci spinge a fare politica, questo è il motivo per cui fino all’ultimo giorno di questa campagna elettorale cammineremo nelle strade. Noi ci crediamo, e sappiamo che stiamo lavorando nella giusta direzione.