Oggi presso l’Officina degli Esordi si è svolto un incontro promosso da Zona Franka.
Ho pubblicamente chiesto a Zona Franka di essere invitato ma la mia proposta è caduta nel vuoto. In realtà so che se ne è parlato e che si è deciso per far convergere solamente forze politiche che rispettino gli ideali di sinistra.
Fino a qui nessun problema. Io infatti non ho dubbi che il MoVimento Cinque Stelle sia un partito di sinistra, sembra che lo ignorino solamente una parte degli elettori o qualche amministratore locale.
Il tema è che ci rimango umanamente male. Ho tantissimi amici che frequentano da sempre Zona Franka, e i circoli ARCI in generale, e io stesso in passato mi sono sentito accolto in quei luoghi. Ci rimango umanamente male perché non c’è stato uno di questi amici che ha detto nulla su questa mia esclusione: sembra quasi, lo percepisco vivendo in primissima linea questa campagna elettorale, che si abbia paura di esternare i propri punti di vista, come se si fosse all’interno di una bolla che distacca dalla realtà e dal contatto umano.
Non voglio entrare in polemica, perché non è il mio stile né il mio costume. Dico solo che Democrazia vuol dire davvero Democrazia. Ai tanti giovani di oggi come avete giustificato l’assenza di un confronto democratico con le altre forze politiche?
Dobbiamo smetterla di creare fratture e divisioni nel nostro contesto sociale. Chi pensa di possedere l’unica verità assoluta è in realtà colui che più degli altri ha paura del confronto, o teme di perdere qualcosa.
Proprio perché la generosità è un atto necessario se vogliamo superare i pregiudizi, con questo post comunico che HO DECISO DI SOTTOSCRIVERE la proposta promossa da Zona Franka sulla Piattaforma “Un’Italia più giusta – un futuro da scrivere”.
Ecco di seguito le mie motivazioni:
<<Perché un mondo giusto è un mondo in cui vi è un confronto democratico con tutti gli attori della scena politica. Uno spazio di dialogo, che minimizzi gli eccessi, e cerchi di fare il bene della comunità, non lasciando indietro nessuno, principalmente i più fragili. Un’Italia più giusta è quella dove chiunque debba essere messo nelle condizioni di realizzarsi a seconda del merito, non a seconda della famiglia in cui nasce o del quartiere di provenienza. Un’Italia più giusta è quella che può nascere partendo da dei valori condivisi e da delle basi programmatiche comuni, ma che abbia l’umiltà di capire che l’altro o il diverso non sono persone da evitare, ma persone con cui provare a strutturare un dialogo al fine di trovare un interesse comune più elevato; dove l’interesse del singolo venga tutelato all’interno del più alto interesse di comunità. Un’Italia più giusta è il fine, l’approccio con cui arrivarci è il confronto e l’ascolto tra coloro che hanno anche punti di vista differenti.>>
Ragazzi, se vogliamo costruire una nuova politica partecipata non ci chiudiamo in noi stessi: camminiamo nelle piazze, ritroviamoci, discutiamo, accettiamo il confronto come strumento per migliorarci. Ci vogliono far credere che non c’è spazio per l’ascolto, che ognuno debba avere paura dell’altro. Fidiamoci, viceversa, del senso di voglia di riscatto e vita che anima i nostri cuori. Riprendiamoci il futuro, diventiamo insieme costruttori di pace.
Io ci sono.